Appunti di viaggio di Pontevedra 2011
di Claudio Pellegri (atleta guida di Alberto Ceriani)
Fantastica la prima!!!
Pontevedra, rappresenta per i il paratriathlon il primo Campionato Europeo dopo il riconoscimento quale disciplina Paralimpica che farà il suo esordio alle Olimpiadi di Rio nel 2016.
Ma partiamo dall’inizio…
Come sempre l’organizzazione di una trasferta comporta tutta una serie di problematiche, il nostro tallone di achille è il tandem, il trasporto in aereo del tandem ci dà sempre un sacco di problemi, tant’è che questa volta abbiamo deciso di inviarlo in Spagna via cargo poiché non abbiamo avuto rassicurazioni che il tandem, date le sue dimensioni over size, venisse caricato a bordo della stiva del nostro aereo.
Partiamo il giovedì, purtroppo all’aeroporto apprendiamo che l’aereo ha un ritardo di due ore, ci farà perdere la coincidenza Barcellona Vigo, tant’è che arriviamo a destinazione non come preventivato alle 17:00, bensì all’una del mattino; a dir la verità un’ora ce la siamo passata in una trattoria tipica lungo la strada da Vigo a Pontevedra, a gustare una bistecca con patate niente male…
Il giorno dopo, venerdì, è dedicato al pregara: al mattino Alberto deve marcare visita presso la commissione Paralimpica per essere classificato nella categoria prevista dai regolamenti, che è la TRI6, nel pomeriggio alle 17:00 c’è il breefing.
Il quartier generale dei Campionati è un campus universitario che si presta magnificamente all’uopo. Un enorme parcheggio, tutto è molto ben organizzato e segnalato. Si nota subito che per quanto riguarda il paratriathlon si è voltato pagina.
Io e Alberto ormai un po’ di esperienza gareggiando in giro per il mondo l’abbiamo acquisita, e l’aria che si respira è completamente cambiata. L’organizzazione è impeccabile.
Il venerdì sera facciamo in tempo a farci un bel bagno nel mare antistante il nostro albergo, la gente da quelle parti se ne sta in spiaggia sino alle 21 abbondanti, il sole tramonta dopo le 22 e 30.
Poi andiamo a cena in albergo, che è posizionato a Bueu, distante circa una ventina di chilometri da Pontevedra. Un albergo senza grandi pretese, ma molto ben curato e con i proprietari molto disponibili. Si affaccia direttamente sul mare cristallino, con una spiaggia pulita e bianchissima. Davvero un posto incantevole.
Il sabato è il grande giorno, la nostra gara è alle 16:00. Decidiamo di fare colazione un po’ tardi, passare un po’ di tempo in spiaggia e poi verso la una dirigerci con auto e tandem a bordo verso Pontevedra.
Appena giunti a Pontevedra, ci accoglie una brutta sorpresa: il cambio del tandem non funziona bene. Non sale la catena sulla moltiplica grande da 53 denti. Il deragliatore fa i capricci!
Cerchiamo con apprensione il meccanico della manifestazione, che finalmente troviamo, il quale in poco tempo ci risolve il problema.
Il cielo è terso, un azzurro totale con il sole che pare una palla infocata, la temperatura è intorno ai 34/35 gradi, decidiamo di rintanarci a bere un caffè con qualche biscotto nel bar del campus universitario, che tra l’altro offre una vista stupenda proprio sopra il ponte dove è posizionata la partenza della gara. Cerchiamo di rilassarci all’interno di questo fresco bar.
Alle 15:00 ci rechiamo in zona di transizione per sistemare l’attrezzatura e prepararci. Dopo aver deciso di indossare la muta, facciamo un po’ di riscaldamento in acqua; alle 15:30 c’è il breefing pregara e alle 15:50 tutti gli atleti uno a uno vengono chiamati presentati con nome cognome e nazionalità, si attraversa una passerella che permette di salire sul pontile predisposto per la partenza.
Tutti gli atleti devono stare seduti uno di fianco all’altro, all’ordine dello starter ci si mette in acqua, al “pronti” mano sul pontile ed allo sparo via si parte. E’ una liberazione!
Nuotiamo bene, sappiamo che gli inglesi nuotano fortissimo e io personalmente avevo un dubbio sui serbi, poi rilevatosi fondato.
Usciamo dall’acqua e in zona cambio vedo che il tandem degli inglesi e dei serbi non c’è, ma gli altri sì, siamo terzi.
Iniziamo a pedalare ma il tandem non lo sento filare come in altre occasione, infatti al giro di boa vedo che gli spagnoli si fanno sotto e al secondo giro dei quattro previsti ci beccano e superano.
Incito Alberto a non mollare, dobbiamo contenere il distacco al di sotto dei due minuti per avere qualche possibilità di riagguantarli nella corsa.
Riusciamo nel nostro intento, ma gli spagnoli non mollano un metro nella corsa: il percorso è molto muscolare, nervoso, con curve e saliscendi. È pieno di gente che fa il tifo in pieno centro, l’arrivo è situato allo stadio dove si entra tra due ali di folla, molto emozionante devo dire.
Purtroppo pur mettendocela tutta non siamo riusciti a cucire il gap di distacco dagli spagnoli. E la delusione, non possiamo nasconderlo, era evidente. Medaglia di legno.
Ma appena attraversato la finish line ci viene incontro il responsabile nazionale paratriathlon festante dicendoci che eravamo terzi perché gli inglesi si erano fermati. Siamo passati dalla delusione cocente alla felicità, un’emozione fortissima!
Alberto è veramente stremato, beviamo qualcosa e ci sdraiamo, recupero un po’ di ghiaccio da metterci in testa per riprenderci. Ci lasciamo con il CT per rivederci alle 21:00, ora prevista per la premiazione.
Onestamente non ci aspettavamo tanto: il podio era posto alla fine del rettilineo della pista di atletica, a destra e a sinistra c’erano le tribune gremite di gente; ci si prepara e quando lo speacker annuncia, si percorre tutto il rettilineo per arrivare in fondo e salire sul podio, preceduti dalle ragazze che portano le medaglie.
Si sale sul podio, viene celebrata la premiazione con medaglia al collo (è la prima volta anche per la guida, c’è proprio aria nuova) e poi non mi aspettavo l’innalzamento delle bandiere e l’inno nazionale serbo in onore ai vincitori e Campioni d’Europa. Una bella emozione.
Foto di rito del podio, stringiamo la mano complimentandoci sinceramente con gli avversari. E torniamo felici in albergo a cenare.
Il giorno dopo abbiamo deciso di visitare Santiago de Compostela che dista circa una 50 di km. da Pontevedra. Ci alziamo di buon mattino facciamo colazione e passiamo l’intera mattinata a Santiago. Visitiamo in ogni angolo il Santuario Cattedrale di Santiago, visitiamo anche la cripta di S. Giacomo. Passeggiamo un po’ nelle vie del centro, poi direzione Vigo per riprendere l’aereo e tornare a Milano.
Questa prima paralimpica, non c’è dubbio, è stata davvero una bella esperienza che porteremo nel nostro cuore!
httpv://www.youtube.com/watch?v=gTTbk59scoU
httpv://www.youtube.com/watch?v=UgrPkOXIdts&NR=1