Purtroppo la notizia di oggi è il ritiro di Hildeberto Villa, l’atleta del Mexico che già ieri aveva cominciato ad avere qualche problema di salute.
Nella notte lo stato influenzale è peggiorato e stamattina aveva grosse difficoltà respiratorie e la gola praticamente chiusa dal catarro.
Ha tentato ugualmente di partire per la prova di nuoto ma in più di un’occasione si è fermato per tirare il fiato e respirare regolarmente. Alla fine ha ceduto. Si è seduto a bordo vasca cercando di respirare profondamente ma alla fine ha dovuto fermarsi, respirare in vasca era diventato impossibile e così va a lui il triste primato del primo ritirato del Decaironman italiano.
Ma se lui si è fermato anche gli altri fanno fatica. Le vesciche hanno cominciato a fare la loro comparsa sui piedi di diversi atleti ed anche la stanchezza, specie ieri sera nel tratto in notturna, ha assalito più di qualche atleta. Addirittura qualcuno ha chiesto a chi stava seguendo la gara, e segnando i temi e i passaggi, di camminare insieme a lui per non addormentarsi.
La moglie del canadese Stephen Johnson, Mary ha seguito il marito per un buon tratto della corsa, almeno due giri, cercando di sostenerlo e di motivarlo perché alla sera, quando cala la temperatura e il buio diventa totale la situazione si fa davvero difficile.
L’autodromo infatti, non ha illuminazione notturna, salvo nel tratto dei box e gli atleti corrono con il solo ausilio della lampada frontale illuminando – per quanto alogene – solo pochi metri di fronte a loro.
Josè Manuel Lopez ha ancora il problema al tendine di Achille ma questo non gli ha impedito anche questa mattina di ottenere il miglior tempo nella prova di nuoto che ha chiuso nuovamente sotto l’ora. 54 i minuti che ha impiegato Lopez per percorrere i 3,8 chilometri a nuoto e dietro di lui hanno chiuso l’austriaco Harald Oswald con un’ora e un minuto e poi il francese Thierry Delhaye con un’ora e 4 minuti, l’inglese David Clamp a un’ora e cinque minuti davanti al tedesco Arnold Wiegand più lento di un solo minuto rispetto all’inglese.
Mancavano pochi minuti alle otto di sera quando il francese Thierry Delhaye ha concluso la sua terza giornata di Ironman.
L’atleta della Normandia ha impiegato in totale un’ora e 4 minuti stamattina per il nuoto, 6 ore e 42 minuti per girare in bicicletta e circa quattro ore e mezza per coprire i 42 chilometri di corsa a piedi.
Questa mattina quando era partito ccupava la terza posizione assoluta con un complessivo di 24 ore e 5 minuti suddivise fra le 12 ore e 16 minuti del primo giorno e le 11 ore e 49 del secondo; oggi dovrebbe essere intorno ad un complessivo di poco più di 12 ore ma è presto per dire quale sarà la sua posizione nella classifica assoluta visto che oltre la metà dei concorrenti è ancora in gara e sta correndo, ormai con il buio, sul circuito dell’autodromo di Pergusa.
Alle spalle del francese stavano finendo il loro ultimo giro Andrea Di Giorgio, che questa mattina aveva coperto i 3,8 chilometri in piscina in un’ora e 8 minuti e girato in bici con un tempo di 6 ore e 42 minuti – esattamente come il francese ed anche come lo spagnolo Lopez –, e l’austriaco Hermann Steinacher che ha patito le pene dell’inferno nella corsa a piedi, nonostante l’assistenza di sua mamma che non lo molla neanche un istante.
Steinacher ha cercato di recuperare qualche minuto sugli altri nel nuoto (un’ora e 6 minuti) e nella bicicletta (6 ore e 38’) perché sapeva che vista la situazione difficile dei suoi piedi avrebbe faticato nella corsa.
Intanto Hildeberto Villa è chiuso nella sua camera di albergo, al Villa Giulia di Pergusa e nessuno lo ha più visto da questa mattina, al momento del suo ritiro.
Ha dormito tutto il giorno e la febbre che lo attanaglia, insieme al fortissimo bruciore alla gola – con le vie respiratorie quasi totalmente ostruite – non gli concedono tregua. Chi è salito a salutarlo lo ha trovato distrutto e amareggiato moralmente.
“Ma ora sto meglio – diceva alle 21, quando è comparso in pista e ha cominciato a incoraggiare gli altri atleti – resto qui ad aiutare gli altri, voglio dare una mano perché so cosa vuol dire il sostegno morale in questa gara”.
E infatti, sono in tanti che affiancano gli atleti nel corso della corsa: oggi Andrea Di Giorgio ha approfittato di Mario Mancuso – presidente della Triathlon Enna – per un paio di giri di corsa in autodromo
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