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In breve:

un’ottimo 3° posto in una gara importante

con infortunio

insomma nel nuoto

ottima frazione bici

ultimi 5km di corsa..in trouble

tornerò a Buffalo city?

Per chi ha tempo di leggere:

Chi ben inizia è metà dell’opera,ed io il 2012 l’ho iniziato davvero

bene e finalmente con un pizzico di fortuna.

Il risultato di questa gara parte da molto lontano,dai primi giorni di

ottobre se devo essere preciso,quando cioè dopo l’esperienza

all’ironman 70.3 di Cancun in Messico,decisi che difficilmente in futuro

avrei partecipato a gare non adatte alle mie caratteristiche e dove sia

atleti che giudici avrebbero potuvo,vuoi per scorrettezze dell’uni o

disattenzioni degli altri,pregiudicare il mio risultato finale,

in una parola “drafting” durante la frazione ciclistica.

Iniziai cosi a studiarmi il calendario del 2012 e a valutare tutte le gare che

avrebbero potuto portarmi solo risultati positivi,pensando che,essendo

questo il mio lavoro,il 2012 doveva essere per me l’anno della svolta o della fine,

si sa un’atleta Ironman non viene certo pagato come un calciatore o

ecc. ecc. ecc..

L’ironman 70.3 South Africa si dimostrò subito una gara interessante sottto

tanti punti di vista eccetto uno,il periodo,da noi sarebbe stato inverno inoltrato

e quindi periodo difficile per poter preparare la gara ed essere al 100% mentre

li’,come se non bastasse,estate piena.

La certezza dell’ottima organizzazione,la sua importanza,il suo

montepremi ed un percorso bici sicuramente tra i piu impegnativi

del circuito,mi convinsero a provare comunque a fare il possibile

per tentare di ottenere il miglior risultato e decisi cosi

di programmare tutti le mie successive settimane rivolte al 22 gennaio.

La mia preparzione ha avuto inizio,dopo un paio di settimane

di blanda ripresa dopo il consueto stop annuale,intorno all’ultima

settimana di novembre a circa 8 settimane dalla gara.

Tutto ok per le prime due ma alla fine di queste ecco

presentarsi il solito infortuinio inopportuno che tutt’oggi si rivela

insoluto.Sò poco sinceramente di quello che mi stà succedendo e

come sempre in questi casi,dottori e specialisti diversi, coincidono

spesso con pareri diversi,chissa come mai ma la medicina a volte

“è un opinione”!…sembra la sindrome del piriforme…almeno secondo

me che mi reputo il miglior medico di me stesso!

Il dolore,apparso verso il 10 dicembre,non mi ha mai permesso

successivamente di allenarmi ne come volevo ne con la

costanza giusta,soprattutto nella corsa,e addirittura ho toccato

il periodo di mio massimo digiuno con quest’ultima dal 27 dicembre

al 13 gennaio,

altresi non è che che per questo motivo mi sia dedicato maggiormente

agli altri due sport anzi,lo stress ed il nervosismo del mio lavoro,

unito a quello dei normali problemi quotidiani,

alle condizioni meteo sfavorevoli,ed alle festività natalizie,

mi hanno spesso portato piu a poltrire sul problema che a superarlo

con la giusta energia,essere un’ironman nello sport non puo sempre

esserlo anche nella vita purtoppo.

Dopo numerose terapie e che piu ne ha piu ne metta,a circa 10

giorni esatti dalla gara il dolore ha iniziato a prendere una forma un

po’ piu accettabile e finalmente ho potuto iniziare almeno a correre.

Non al top,naturalmente,sono riuscito a portare a termine circa tre

allenamenti decenti che mi avrebbero portato almeno a cercare

di arrivare in fondo alla gara,visto che ormai i tempi erano stetti.

Sono dunque partito per “Buffalo city” quattro giorni prima della gara

senza alcun tipo di aspettativa ma conscio che,essendo comunque un

discreto atleta,tutto sarebbe stato possibile,soprattutto su un percorso

adatto alle mie caratteristiche.

LA GARA

La cittadina di East London non è certo una delle piu belle del south

Africa ma ospita uno delle eventi piu grandi,importanti e partecipati

del mondo,quasi tremila quest’anno i partenti,una cifra impressionante per

un mezzo ironman.

Il forte vento dei giorni precedenti alla gara aveva sollevato l’attenzione di tutti,

organizzatori compresi,considerando la possibilità di trasformarla per il age group

in un duathlon e per i pro in un nuoto piu corto ma, “per mia sfortuna”,la mattina

della gara la giornata era splendida.

La frazione di nuoto è passata per me nel solito modo di sempre,come del resto

mi aspettavo viste le ultime settimane difficili,qualche minuto di ritardo dai primi

ma una buona parte finale dove ho sentito il mio fisico sbloccarsi ottimamente in

vista della frazione di bici.

Salito in sella alla mia fiammante Ridley Dean (il primo amore non si scorda mai!)

ho subito percepito ottime sensazioni ed il percorso,sviluppato su una freeway

totalmente chiusa al traffico, si è rivelato subito molto adatto alle mie caratteristiche.

Con la testa all’insu’ per i primi 45 km e all’ingiu’ per la restante metà,al

45° km ero su Schildknecht e Horner,due dei favoriti,mentre Vanhoacker davanti,

che fino a quel momento aveva piu o meno il mio passo,era a tre minuti da solo.

Seclta difficile in questo momento,che fare?andare da solo continuando l’azione?

Mah,difficile decisione,una volta tanto che ero sui primi a metà gara e con Schildknecht

che è uno dei migliori ciclisti al mondo ho deciso di stare con loro e fare la mia parte

(anche troppo) arrivando cosi compatti fino alla zona cambio.

La mezza maratona era molto impegnativa e lo sapevo, ho perciò deciso fin

da subito di prendere il mio passo cercando piu che altro di limitare i danni

visto la scarsa tenuta atletica,soprattutto nel finale.

Schildknecht ha aumentato subito il passo collocandosi in un range di 20-40″ davanti

a me con passo regolare,Horner stessa cosa ma dietro di me,cosi fino al 10°km.

Un caldo soffocante con clima umido ha iniziato a tormentarci negli ultimi km e

quando cioè la mia situazione fisica alternava momenti di grande decisione ad altri

di rassegnazione,addirittura,dopo il 10°km ,ho pensato di poter accellerare…ma erano

solo pensieri dettati dalla mia abitudine a comportarmi in questo modo quando la condizione

fisica è adatta a questo tipo di intrerpretazione,in questo caso al contrario,il ritmo

si è andato pian piano spegnendo perdendo Schildknecht dopo il 15°km,mentre Horner

sembrava soffrire piu di me e stava perdendo da entrambi.

Per dare un’idea di quanto sia importante essere allenato in una “mezza maratona

per un 70.3″,che è diverso da una mezza a secco, vi posso dire,dati alla mano dal mio

gps,che ho corso i primi 16km in meno di 1h mentre gli ultimi 5 in 22’50″”!!!cioè

45″al km° piu lento!…certo è che il percorso aveva 210mt di dislivello,che non

è male per soli 21km ma il finale è stato molto duro per me.

Siamo quindi finiti in queste posizioni,io finito in tutti i sensi!..anche se poi dopo

l’antidoping,le interviste e “2-3 birre a digiuno” tutto è passato velocemente e ci credo!

Con un pò di fortuna,senso tattico e tanta tanta grinta ho iniziato cosi con un bel

podio il 2012,dopo tre anni di duro lavoro,sacrifici,gavetta,test,andando sempre

per la mia strada convinto di quello che stavo facendo e pensando che prima o

o poi tutto sarebbe tornato a mio favore,sono forse arrivato “quasi” in cima alla

montagna,speriamo però che adesso inizi un pò di discesa e non un falsopiano!

In cima non vuol dire che sono arrivato anzi,la strada è molto lunga ma diciamo

che ho raggiunto una buona solidità fisica che mi permette di finire le gare

con i primi anche se non sono al 100%…e non mi pare poco!

Un ringraziamento particolare al mio nuovo team,il Peperoncino,che nella

figura di Gianfranco Mione ha davvero fatto i salti mortali per farmi avere in

tempo la bici e tutto quello che avevo bisogno già da fine dicembre.

Un’altro grazie a tutte le persone che si sono complimentate con me sui vari social

network e non solo.

Ora per me arriva il momento del recupero,sia dell’infortunio che in generale,mi

farò in ritardo un pò di vacanze natalizie che mi sono giocato a causa degli allenamenti

e il mio prossimo obbiettivo,recupero permettendo,sarà l’Ironman 70.3 di Oceanside

in California.

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