Pubblichiamo la lettera aperta di Sergio Contin, CT della nazionale di triathlon nello scorso quadriennio e ora allenatore di Alessandro Fabian per la corsa a Rio 2016.
A bocce ferme, ora che gli incarichi per il nuovo quadriennio sono stati ufficializzati e siamo così ai blocchi di partenza per una nuova avventura, mi sento in dovere di esprimere la mia gratitudine nei confronti di tutti coloro che mi hanno accompagnato nei quattro anni precedenti per completare un percorso che ritengo, oggettivamente, ricco di soddisfazioni.
La crescita qualitativa del gruppo, contemporaneamente ad una logica ma inevitabile dolorosa selezione di atleti inizialmente coinvolti, ha portato ai risultati che conosciamo.
Il compito a dir poco impegnativo di un commissario tecnico è quello di fare selezione, sulla base di una meritocrazia oggettiva e indiscutibile.
Era inevitabile che qualche atleta, ma anche qualche tecnico o qualche dirigente mossi da una particolare passione che a volte sfocia in “tifoseria poco obiettiva”, questi passaggi non li “digerissero”, ma lo sport di alto livello è questo, meritocrazia, sudore e valore sul campo e il commissario tecnico ha l’ingrato compito di fare delle scelte.
Sono fermamente convinto che un buon CT, preparato, con carattere e personalità, non deve cercare forzatamente consensi di massa e deve prendersi delle responsabilità, scegliere ed essere pronto anche a critiche più o meno obiettive. Solo i risultati gli possono dare ragione e da questo punto di vista credo di essere inattaccabile.
Con progressione, con continuità, con l’assiduo lavoro, solo alcuni atleti, spesso giovani, si sono affermarti e hanno dimostrato di poter competere con i migliori atleti al mondo.
Molto è stato realizzato grazie all’attività tecnica del nostro gruppo di lavoro: nel quadriennio 2009-2012 sono stati svolti ben 167 giorni di collegiale in Italia e 249 giorni all’estero, per un totale di 416 giorni.
Molte anche le gare internazionali alle quali abbiamo partecipato, investendo risorse fisiche, mentali e non ultime economiche, per far maturare quegli atleti sui quali si credeva.
Da cenerentole del triathlon mondiale, con piazzamenti tra la ventesima e la trentesima posizione in gare di altissimo livello che registravamo nella prima fase, ai podi in coppa del mondo, ai piazzamenti nelle top ten delle classifiche in gare WTS, massima espressione mondiale, oltre alle medaglie ai campionati continentali, conquistate nel secondo biennio del nostro percorso.
Tutto ciò è frutto del duro lavoro di un team affiatato che ho costruito nel tempo e che si è dimostrato coeso e fortemente motivato al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Per quattro anni ho fatto in modo che alcuni principi metodologici fossero sempre rispettati, convinto delle scelte fatte e che la strada intrapresa fosse quella giusta, anche durante gli inevitabili momenti di difficoltà che in un percorso tecnico articolato si possono incontrare.
Al termine del mio mandato abbiamo raccolto 30 podi internazionali e 4 piazzamenti top ten nel massimo circuito WTS; complessivamente nelle competizioni continentali, tra individuale e squadre, abbiamo conquistato 5 medaglie di bronzo, 4 d’argento e un oro.
Abbiamo chiuso con il miglior risultato di sempre per il triathlon italiano, il 10° posto alle Olimpiadi di Londra del nostro Alessandro Fabian.
A questo punto sono sereno, ho cercato come sempre di far del mio meglio e personalmente sono molto soddisfatto; il timone adesso al collega e amico Mario Miglio che con la sua professionalità saprà senz’altro continuare in questo percorso ambizioso.
Ringrazio tutti, ovviamente in primis gli atleti che mi hanno consentito tutto ciò con le loro società a supporto, i tecnici appartenenti allo staff federale con in testa il mio assistant coach, il direttore sportivo e la dirigenza che nel quadriennio 2009–2012 mi hanno consentito di lavorare con grande autonomia.
Un mio pensiero ricco di stima e di affetto va inevitabilmente al compianto presidente Emilio Di Toro che, a novembre 2008, mi ha dato la sua preziosissima fiducia incaricandomi di questo prestigioso ruolo e offrendomi questa grande opportunità, poi continuata grazie alla fiducia rinnovatami dal presidente Renato Bertrandi.
Ma ora si riparte per una nuova avventura e in questo senso ringrazio la nuova dirigenza, con in testa il presidente Luigi Bianchi e il collega, oggi DT, Mario Miglio, per la particolare considerazione avuta nei miei confronti.
Il mio attuale ruolo di tecnico, su richiesta e incarico federale, mi gratifica e mi stimola per una crescita sia personale che del mio atleta.
La mia mission ufficiale è portare Alessandro Fabian sul tetto del mondo; quattro anni in coppia all’interno ovviamente delle dinamiche federali, per superare gli ostacoli agonistici che ci separano da Rio 2016 dove le mie/nostre aspirazioni sono altissime.
Spero di non deludere, è un incarico di grande responsabilità perché Alessandro Fabian è il triathlon e le aspettative del nostro mondo nei suoi/nostri confronti saranno “pesanti” come è giusto che sia.
Siamo convinti delle nostre idee, delle nostre scelte metodologiche, del nostro modo di lavorare che fino ad oggi ci ha dato ragione, e siamo soprattutto in stretta sintonia con le esigenze del mondo federale al quale ancora oggi ho il privilegio di appartenere.
Si prospetta perciò un percorso di crescita agonistica dalle grande ambizioni, perché come dichiarato senza “peli sulla lingua”, la nostra mission è raggiungere il tetto del mondo!