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Al Challenge Vichy i campioni europei sono Diana Resler e Andrej Vistica

Andrej Vistica campione europeo 2013 di triathlon 226

Andrej Vistica campione europeo 2013 di triathlon 226

La cittadina francese di Vichy ha ospitato il giorno 1 settembre due appuntamenti importanti di triathlon long distance: il triathlon 226 targato Challenge e valido per l’assegnazione dei titoli europei e l’half triathlon.

Per i Campionati Continentali, il successo finale è andato al croato Andrej Vistica, che ha pedalato più forte di tutti nei 180K e corso la miglior maratona, aggiudicandosi la prova con oltre 6′ di vantaggio sul francese Trevor Delsaut.

Terzo un altro francese, Jose Jeuland, che ha messo alle sue spalle il secondo croato, Marin Koceic.

Purtroppo una serie di problemi, ultimo quello al manubrio, ha costretto il mestrino Massimo Cigana al ritiro.

Per quanto riguarda le donne, doppietta tedesca con Diana Resler unica a scendere sotto le 9 ore che rifila oltre mezz’ora di distacco a Cecilia Kuch, con terza l’ungherese Gabriella Zelinka.

In tutto sono stati 24 i nostri connazionali al traguardo; il più veloce è stato Angelo Cavalleretti (Triathlonlecco) che si è anche laureato campione europeo, mettendosi al collo l’oro di categoria tra gli M5054.

Angelo Cavalleretti conquista l’Europa al al Challenge Vichy 2013

Nel triathlon 113 disputatosi in contemporanea, successi transalpini con Jeremy Jurkiewicz e Marion Lottmann; 11 gli italiani che hanno gareggiato e finito, i più veloci sono stati Marco Iessi e Cecilia Di Benedetto, entrambi tesserati per la Fit Program Naiadi.

MASSIMO CIGANA
Purtroppo un altro DNF nel curriculum full distance. Purtroppo anche oggi ho avuto diversi problemi, tutti nel primo dei 2 giri da 90K. Una penalty di 5′ perché nel sorpassare un age group mi sono avvicinato troppo e poi una brutta congiuntivite che mi ha dato parecchi problemi alla vista; la cosa peggiore però è stata la rottura di un appoggio del manubrio che mi ha costretto a fare un intero giro senza poter stare in posizione TT che, col vento contrario che c’era, è stato un suicidio sportivo. Ho corso il primo giro a piedi di 10km e poi mi sono fermato perché il distacco era enorme e avevo davvero male all’occhio e alla testa. Peccato, poteva essere un bel giorno, ma così non è stato.

Ulteriori approfondimenti nella sezione TRINEWS

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