Gabriele Bortolotto, alfiere della Free Mind Team, ha portato a termine sabato 12 luglio, dopo oltre 17 ore di fatica, il suo Altriman 2014, il triathlon iron distance sui Pirenei dove freddo, vento e salita dura sono gli ingredienti principali. Ecco la sua storia…
Premetto che non sono un triatleta di quelli “veri”. Amo la fatica e quando nel 2010 un amico mi ha detto che si era dato al triathlon ho pensato che sarebbe stato bello provare un’esperienza sulla triplice…
Così mi sono iscritto al primo triathlon della mia vita: Ironman Nizza.
Devo dire che mi sono abbastanza divertito per cui, quando successivamente un altro amico mi ha inviato il link per l’iscrizione al Norseman ho subito compilato e inviato. Ho avuto fortuna con la lotteria e nel 2012 mi sono portato a casa la mia black t-shirt.
Purtroppo nel raccontare l’esperienza norvegese un altro mio amico (ho un sacco di amici!) mi ha rivelato l’esistenza di un altro triathlon “extreme”, sui Pirenei: l’Altriman.
Dal 2012, passando da Ironman Zurigo e Ironman South Africa, siamo quindi giunti all’Altriman 2014!
La gara si svolge a Les Angles, grazioso paesino sui Pirenei francesi a 1600 metri slm, distante circa 190 km da Barcellona.
Si parte di buon ora alle 5:30 del mattino, per cui sveglia prestissimo (3:00 am) per la colazione e giù al lago.
E’ buio pesto, ma per fortuna non fa freddo. Mi schiero sulla riva del lago e attendo il via. Non si vede nulla e non si capisce dove bisogna andare. Dopo un po’ lo speaker annuncia che la partenza è ritardata di 15′ per problemi elettrici al faro… già meglio!
Dopo 10′ si accende una ben visibile luce sull’altra sponda del lago, sulle note di “The final countdown”, e alla luce dei bengala rossi prendo il via per i religiosi 3.8K swim (due giri con uscita “all’australiana”).
Pessima prestazione nella quale oltre ad un crono non soddisfacente (1:23) riesco a perdere in un solo colpo cuffia dell’Altriman e cuffia del Norseman… L’acqua è bella fresca, ma niente a che vedere con il gelo del fiordo norvegese.
Esco, zona cambio minimal e via per il “pezzo forte” di questa gara: 196 km di bici con 5.000 metri di dislivello positivo. Avete letto bene!
Per trovare un paragone granfondistico italiano, una Sportfull percorso lungo. E al chilometraggio e dislivello già impegnativi si aggiungono il vento e il freddo.
Parto con il mio ritmo, peso 90 kg e di sicuro questo non è il mio terreno. L’organizzazione ti dà la possibilità di mettere due drop bag lungo il percorso bike, una al 70° km, l’altra al 150°.
Il 70° km ha un cut off di 5 ore e 30 dalla partenza, io ci arrivo con un’oretta e mezza abbondante di anticipo e già 1.300 m D+ sulle gambe.
Da qui attacca la salita ai 1900 Port du Pahjard 1.000 mD+, inizia a piovere e continua a tirare vento; sopra i 1.500 m slm si abbassano le nuvole e la temperatura, la salita comincia ad assumere una connotazione epica.
Allo scollinamento, metto la mantellina e mi fiondo a testa bassa in discesa in mezzo alla bufera, cerco di scendere il più rapidamente possibile per arrivare a quote più “calde”, ma più veloce vado più mi congelo.
Alla fine della discesa ho le convulsioni dal freddo, mi dico che “se ne trovo un’altra così mi ritiro” e realizzo che sono al 90° km con 2.300 mD+ fatti… Ovvero, mancano 106K e 2.700 mD+…
Nonostante la “cima Coppi” sia stata domata, neverending. Vado avanti con il mio ritmo, in salita qualcuno mi passa, in discesa mieto vittime. Al 178°, a 2 km dalla fine dell’ultima salita, foro. E benedetta fu la scelta di andare lì con il copertoncino!
Chiudo la bici in 10 ore e 30. In South Africa ad aprile a questo punto stavo tacchinando le pompon girls… A Les Angles mi infilo le scarpe per corre 42km con 600 mD+.
Già perché neanche la corsa è piatta!
Raschio il fondo del barile, non è che ci fosse rimasto molto, e chiudo la corsa in 5:07, con un tempo totale per questo Altriman 2014 di 17 ore, 25 minuti e 40 secondi.
Odio quelli che definiscono le gare “la più dura del mondo” e amo parlare solo per quello che ho fatto. In base a questo vi posso che l’Altriman è sicuramente una gara molto impegnativa, devi avere un “gran gamba” da ciclista/scalatore e anche una buona preparazione su percorsi collinari.
Rispetto al Norseman, il nuoto è meno freddo, la bici è più impegnativa, la corsa siamo lì, forse è peggio quella dell’Altriman perché si può sempre correre, mentre in Norvegia dopo il 25° c’è solo da “scalare”.
Sono comunque soddisfatto dell’esperienza e dell’ottima organizzazione dei francesi.
Gabriele
CLASSIFICA ALTRIMAN 12-07-14
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