Gianluca Carbone è un caro amico, sorridente e divertente; è un triatleta appassionato; è un padre e un marito affettuoso; ed è un figlio con un cuore ricolmo di gratitudine.
Questo è il suo Norseman Xtreme Triathlon che ha corso sabato 2 agosto 2014.
Le prime emozioni vere si può dire inizino già a novembre dell’anno precedente alla gara, ovvero quando ricevi l’email che ti informa del fatto che sei stato estratto.
Penso che già da allora inizia il tuo percorso di avvicinamento a questo evento che richiede una preparazione fisica importante, ma soprattutto una forza mentale fondamentale.
Vorrei cominciare il mio racconto presentandovi il mio compagno di viaggio: Eduardo Guida, Edu, il quale quando gli chiesi se avesse voglia di accompagnarmi mi ha risposto che ne era orgoglioso e che sperava glielo chiedessi. Il miglior supporto che potessi avere; è stato fondamentale! L’unico rammarico è che non mangia mai e quindi mi dovevo sforzare di dirgli che era per il suo bene, che doveva integrare e che aveva bisogno di forze per il giorno della gara, altrimenti lui può stare giorni interi senza toccare cibo…! Grande Edu!
L’avvicinamento a Edfjiord ti fa capire quanto è duro il paesaggio ma quanto è spettacolare! Fiordi, foreste e montagne ancora innevate sono compagni di strada.
Arrivati a Edfjord andiamo subito a registrarci, l’albergo offre una sala dove ti consegnano tutto e puoi acquistare qualche capo e gadget della gara.
Il nostro albergo invece, o meglio, la nostra dependance è piccola è accogliente.
Il venerdì passa sereno e tranquillo, sistemando le ultime cose e socializzando con gli altri atleti; l’organizzazione e i volontari, che poi saranno anche i Marshall di gara, sono cordialissimi e disponibilissimi. L’ambiente è talmente tutto a misura che sembra veramente di essere a una garetta di paese con gli amici. Sensazioni molto belle.
Andiamo al briefing, che si svolge in una palestra. Ad accoglierci, una musica serena, calma, che a volte anche pare addirittura incuta timore! Tutto fatto, penso, per far capire l’entità della gara.
E vedi le differenze tra popoli latini e nordici: a Nizza o Pescara o Barcellona avrebbero messo della Dance! 🙂
Subito un momento molto coinvolgente: hanno riproiettato il video dell’edizione 2013 che penso tutti i presenti avessero visto almeno 10 volte, ma ugualmente non si sentiva volare una mosca.
Anche io conoscevo a memoria i fotogrammi, ma ancora una volta e forse anche più delle altre mi ha emozionato e anche un po’ preoccupato!
Spiegano la gara, molti dettagli e tanti suggerimenti. Bene… ormai ci siamo.
A letto presto, ma non riusciamo a prendere sonno, partono gli sbadigli finti, ti giri nel letto, sono le 20.00 e fino alle 23.00 c’è luce…
Penso di aver chiuso occhio non prima delle 23.00 e alle 02.00 è suonata la sveglia. Non hai dormito tanto, ma l’adrenalina ti rende operativo da subito, la stanchezza non si sente.
Ultimi controlli alla bici e via si va… La nave aspetta, ma non per molto!
Ci tengo a farvi notare le scarpe bike in fibra di carbonio rivestite all’antalio, l’ultimo modello Sidi!
Dopo aver sistemato le ultime cose in ZC, ti avvii verso il battello e li capisci veramente che tra un po’ farai il fatidico tuffo.
Saluti con un sorriso finto perché veramente inizi ad avere il respiro lungo e il groppo allo stomaco.
Ho cercato il mio spazio e mi sono seduto… Alle 04.00 in punto siamo partiti.
Non parli, ti concentri, cerchi di immaginare cosa ti può attendere, ma difficilmente ora riesci a trovare le risposte.
Alle 04.30 inizio a prepararmi.
Alle 04.45 arriva l’ora del famoso tuffo: ti fanno avvicinare a gruppetti di 20-30 persone e poi aspettano che tutti siano in acqua.
Altezza più o meno 3 metri. Sensazione unica e indescrivibile.
Vai è andata. L’acqua non è mai stata calda come quest’anno, circa 16°C, e non è un problema nuotare.
Esco dai 3.8K con il mio pb su distanza IM: 1h 11′ 45”! Mai successo prima, sono 80°!
Edu mi informa prontamente forse più felice di me per la prestazione e per la posizione.
Trovo il tempo di stringere la mano al race director, una persona davvero gradevole e simpatica. Gli dico che l’acqua era warm and tasty.
Non riuscivo veramente a crederci tanto che mi è scappata una lacrima (anche adesso che lo ricordo, mentre lo sto scrivendo!).
Mi asciugo un po’, ero senza body quindi immediatamente mi vesto e parto; ho fatto un buon cambio, esco da T1 dopo 5 minuti.
Via, si parte subito e dopo un piccolo tratto di avvicinamento a una montagna ci troviamo una salita di 40K.
Pedalabile, ma lunga e impegnativa. Va bé, dici, ormai è finita… E quando arrivi su invece ti accorgi che sul plateaux dove potresti spingere inizia un forte vento freddo.
Praticamente è stato il compagno di tutte le discese e pianure, c’è stato sempre e sempre contrario!
Quindi la bici era salita e vento contro. Molto dura. E come ciliegina, un’ora di pioggia intensa al 130° ha stimolato la frazione.
Ecco una foto, non mia, che fa capire meglio quello di cui sto parlando…
Senza l’aiuto di Edu non sarei riuscito a togliermi i guantini e mettermi gli altri lunghi, avevo le dita pietrificate!
Ha piovuto per un’ora e ciononostante penso che quest’anno la bici sia stata graziata dal tempo: il giorno successivo ha piovuto dalle 09.00 alle 16.00 ininterrottamente! Ma questa è la Norvegia.
Chiudo la bici in 8 ore e 15 minuti.
Arrivo in T2 sereno e consapevole di aver dato tutto quello che potevo dare. Sono 172° e Edu mi stimola molto per cercare di recuperare queste fatidiche 12 posizioni e aver accesso alla montagna.
Via, parte la corsa! Parto veloce e in 4 km ne recupero 6.
Ma subito dopo viene fuori la stanchezza, rallento, cammino, mangio, bevo. Capisco anche che 2 ore di bici in più rispetto alla media IM iniziano a farsi sentire.
Il primo riscontro cronometrico lo si ha al 25° km dove inizia zombie hill: 6K di salita tra il 10 e il 12%.
Provo a corricchiarla.
Ahahaha!
Impossibile!
Camminiamo tutti ed è anche occasione per scambiare due battute.
Arrivo al 32,5, il fatidico cancello per l’accesso al Mt. Gaustatoppen e il Marshall mi comunica che sono 176° e non mi può far salire.
Ci tengo a sottolineare che ha speso parole con tutti e non mi ha detto:
«Tu non sali!»
Ha detto che non poteva farmi salire. Un modo educato che forse toglie la delusione di aver mancato il cancello per poco.
Piccoli dettagli fanno grandi le persone.
Il motivo è che la teleferica non riuscirebbe a portar giù in tempo tutti se il numero fosse più elevato.
Va bene, da sportivo accetto tutto, e mentre sto scrivendo piango ancora perché il ricordo è ancora molto vivo e le emozioni sono state pazzesche.
Tutti partecipano per arrivare in cima, ma devi essere onesto con te stesso e obiettivo. Quest’anno il livello degli atleti era molto alto e io ho fatto tutto quello che potevo per cercare di arrivarci. Accetto con serenità e gioia questo risultato.
Iniziano quindi gli ultimi 10K della maratona che si faranno in quota a 1.000 metri. Percorso non banale, continui saliscendi dove ho trovato delle energie inaspettate. Li ho corsi tutti, a un buon ritmo. Edu mi ha detto che ero l’unico che correva!
Ero felice, sereno e consapevole del fatto che, passata la momentanea delusione, stavo per chiudere una grande gara.
Arrivo 4° assoluto all’arrivo delle maglie bianche e chiudo in 14h41’14” (bel numero direi).
Questa gara è chiaramente dedicata a mio padre.
Quando gli feci vedere il video di una delle edizioni precedenti mi chiese preoccupato se avessi intenzione di farla e con fare scherzoso mi disse guarda che se la fai lo dico alla mamma!
Pa’… hai visto che ce l’ho fatta?! E tu sei stato accanto a me tutto il tempo!
A questo punto i doverosi ringraziamenti:
Ringrazio Valeria e i miei figli che mi consentono di fare questo gioco che si chiama Triathlon.
A seguire il mio compagno di viaggio, Edu! Oltre ad averlo conosciuto meglio ovviamente, e scoprire una gran bella persona, è stato fondamentale nella riuscita; impeccabile su tutto!
Ringrazio il mio coach, Andrea Gabba, che mi ha dato una grande mano facendomi fare una preparazione strutturata, ma facendo risaltare molto l’aspetto umano del rapporto coach/atleta che a livello amatoriale è fondamentale.
E infine ringrazio la mia squadra, il CNM Triathlon Milano: sono stati un compagno di avventura a distanza eccezionale.
È stato bello rileggere i messaggi il giorno dopo, oppure riceverli in diretta mentre faticavo, tramite Edu.
Non so se il CNM sia una squadra speciale o diversa, più bella o più simpatica rispetto alle altre, so solo che io sono orgoglioso e felice di farne parte.
Con affetto!
Gianluca