I Campionati Italiani di Triathlon Sprint a Riccione del 4 ottobre sono stati una delle gare più belle della mia vita! Il motivo? E’ venuto fuori in maniera evidente quanto sia importante la testa e questo è un fattore che mi piace in maniera particolare del mio sport.
Sono arrivato a fine stagione molto stanco, ho gareggiato molto, viaggiato tanto. Mi sono divertito, ma ho sprecato un po’ di energie anche con le due cadute agli Italini di Olimpico di Sapri e al Grand Prix France di Nizza.
La settimana prima di Riccione non è stata facile: mentre facevo l’ultimo lavoro brillante (6 salite da 30 secondi più un 1500, 1000 regolari e 500 forti, più 6 da 400!), proprio all’ultima discesa… una storta! Gran dolore, finisco l’allenamento e subito vado da Sergio Fagnani, il mio fisioterapeuta, e vai di tecar e impacco di zinco.
Mi sveglio la mattina con la caviglia gonfia, antinfiammatorio e vado in piscina, ma dopo 1.500 metri dal troppo male! La sera a Bologna in caserma trattamento al piede con Erik Del Bianco e impacco di argilla verde. Il giorno dopo la caviglia si è un po’ sgonfiata e sono di nuovo in piscina per correre in acqua; pomeriggio bici senza dolore, poi 300 metri a piedi… zoppicando!
Non ci siamo… Avrei potuto far bene davvero agli Italiani di Sprint, ma in queste condizioni anche la sola partecipazione diventa impossibile.
Ma io voglio esserci, e allora un altro impacco di notte e la mattina sembra andare ancora un po’ meglio. Tape e antidolorifico e mi presento a Riccione pronto per dare una mano alla mia squadra, i Carabinieri.
Vogliamo essere protagonisti agli Italiani.
Una buona partenza a nuoto e riesco ad uscire nelle posizioni importanti; la zona cambio è lunghissima, corro scalzo e nonostante i dolori, monto in bici e sono nel primo gruppo, ottimo lavoro!
Bene in bici, ci sono i soliti scatti, ma solo Giulio va via, ottimo per noi! Aspetto gli ultimi 2 km e mi metto a tirare il gruppo, con Fabian e De Ponti in scia per farli scendere davanti. Loro vanno e io con calma mi cambio e parto decimo dopo la bici.
La caviglia è instabile, ma sembra reggere, così prendo un gruppetto, siamo in 5 o 6, mentre un po’ più avanti ci sono i miei tre compagni di squadra.
Eccoci all’ultimo giro, decido di andare, cambio di ritmo e nessuno regge! Prendo Giulio, ora sono sul podio e la mia corsa diventa ancora più facile… Riprendo anche De Ponti e sono Vice Campione Italiano, con ancora una volta miglior tempo di corsa!
Per me davvero questa è come una vittoria.
Non posso che essere davvero molto contento e soddisfatto sia del mio approccio alla gara, sia del risultato. E ora, a stagione conclusa, finalmente le meritate vacanze…
Un abbraccio,
Daniel
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I duri allenamenti del triatleta Daniel Hofer