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Daniel Hofer 3blog: Cuba, un tuffo nel passato, un sogno realizzato

Il campione azzurro di triathlon Daniel Hofer ci racconta la sua Cuba

Il campione azzurro di triathlon Daniel Hofer ci racconta la sua Cuba

La prima storica del triathlon del circuito ITU a Cuba si è svolta sabato 24 gennaio con una gara su distanza sprint in cui il nostro Daniel Hofer si è classificato secondo, portando a casa preziosi punti per la sua rincorsa olimpica.

Tornato a casa e dopo essermi riadattato al freddo, voglio raccontarvi la mia esperienza fatta oltreoceano nella incredibile Cuba.

Ad ottobre Gabriella Lorenzi mi ha contattato chiedendomi se volevo accompagnarla per un progetto che aveva in mente: vivere nella Cuba vera, in mezzo alla gente, guardare, ascoltare, imparare… e anche gareggiare.

Sin dal primo momento ho avuto buone sensazioni e cosi, come spesso faccio, mi sono po’ buttato in questa nuova “avventura”. Certo, gareggiare a gennaio non è facile, ma ho fatto di tutto per essere pronto fisicamente e mentalmente per questa gara.

Sono salito sull’aereo contento di scappare un po’ dal freddo (anche se il clima invernale a Bolzano quest’anno è stato ottimo) e curioso di vedere cosa avrei trovato sbarcando in questa affascinante isola.

Ero davvero rilassato e in aereo ho parlato con tante persone che mi hanno raccontato le loro storie di vita, volendo poi conoscere la mia.

Ed eccoci arrivati a L’Habana: l’aeroporto è molto piccolo e ha uno stile un po’ retrò. Esco con i bagagli e wow… Sembra di essere tornati indietro di 60 anni, gli edifici sono datati e lasciati andare, la gente ti guarda ma non interferisce con te.

Bienvenido a Cuba!

vengo portato in una casa particular (case che affittano privati ai turisti) molto piu economica degli alberghi; conosco bene Haree il mio compagno di trasferta e cameraman per l’intera durata del mio soggiorno.

Il clima è molto caldo e umido, mi sveglio la mattina successiva e vado a farmi una corsetta, quindi passo dal supermercato, ma ci sono pochissimi prodotti. Frutta e verdura assenti, si comprano per strada.

Vado a nuotare in una vasca da 50 metri a 1 km dalla mia casa e anche la piscina è piuttosto malconcia e lasciata andare…

Dopo il nuoto, piccolo giro in città: Plaza de la Revolución, Campidoglio e Habana Vieja. Tutto molto strano, diverso, ma ho lasciato scorrere…

Il giorno dopo allenamento con i triatleti cubani, tutti simpatici, mi sembravano molto simili a come ero io ai miei inizi. Chiacchero con i loro allenatori che mi chiedono consigli, uno scambio vero e interessante.

La sera vado a farmi un giro nel castello e al museo, c’è un’esibizione dei vecchi colonialisti che nel finale sparano con un cannone verso la città.

Eccomi al terzo giorno, il giorno in cui si è compiuta una piccola magia: togliendo barriere e preconcetti del nostro mondo e modo di vivere, sono riuscito ad adattarmi a questa città, ai suoi ritmi molto lenti, alle sue macchine e alle sue case anni 50.

E sono rimasto ammaliato dal fascino incredibile di L’Habana!

Ho visitato il quartiere più povero e mi hanno accolto come un figlio che ritorna a casa: mi hanno offerto cibo eccezionale, hanno suonato la Rumba cubana (percussione e voce), una specie di lotta a voce fra i membri del gruppo, un po’ come accade nel rap dei nostri giorni.

Tutto molto carrateristico e molto intenso. Inziavo a stare molto bene!

Poi ho passato ancora due giorni prima della gara a guardare i percorsi e a rilassarmi, per essere pronto nel giorno fatidico.

La gara è stata organizzata molto bene, il percorso all’apparenza sembrava molto facile, ma poi tutto è cambiato.

Sono partito bene a nuoto, ho perso un po’ il contatto dopo la seconda boa (quella di ritorno), ma sono riuscito a stare nel primo gruppo. Uscito con i primi dopo i 750 metri in acqua, non sono riuscito ad infilarmi bene il casco.

Ho perso secondi preziosi e mi sono ritrovato ad inseguire il gruppo di testa di 7 persone. Dopo 5 km (dei 20 previsti) ho chiuso da solo sui fuggitivi, “la gamba c’è” mi sono detto, ma al contempo sapevo di aver dovuto sprecare molte energie per rientrare.

Subito dopo è iniziato a piovere e in quel momento la gara si è fatta molto più dura: il pavimento stradale è diventato molto insidioso, le macchine vecchie infatti perdono molto olio e con la strada bagnata è diventato peggio di una pista di ghiaccio.

Ogni curva era un rischio, ma per fortuna siamo riusciti a non cadere e dopo una T2 molto veloce, mi sono messo subito in testa alla gara. Solo il messicano Gonzales è riuscito a tenere il mio passo.

E a meta gara, sotto ormai una pioggia tropicale fortissima, ha allungato. Io non sono riuscito a cambiare ritmo e ho a quel punto solo cercato di mantenere la seconda posizione.

Un argento di cui sono molto soddisfatto perché mi permette di guadagnare ben 185 punti, molto utili per il ranking internazionale e per le prossime gare.

Ho realizzato un sogno, sin da piccolo desideravo venire a conoscere quest’isola affascinante e misteriosa. Esserci riuscito oggi, peraltro praticando lo sport che amo, è stato come chiudere il cerchio.

Ringrazio Gabriella per tutto quella che ha fatto, mi ha permesso di vivere Cuba sotto tutti i suoi aspetti e mi ha messo nelle migliori condizioni per allenarmi, forse la parte più difficile di tutta l’organizzazione del viaggio!

Ringrazio anche tutte le persone che ho incontrato e chi mi hanno fatto stare bene.

Perché quello che più mi è piaciuto di Cuba è il popolo: mi sono sentito accolto e ho incontrato perone di cuore.

Muchas gracias Cuba!

Daniel

CLASSIFICA 24-01-15 Habana CAMTRI Sprint Triathlon

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