Nel giorno di Pasqua, domenica 5 aprile, è andato in scena l’Ironman 70.3 Brasilia, valido come Latina American Championship, che ha visto trionfare Helle Frederiksen e Tim Don; costretto al ritiro Daniel Fontana.
La danese Helle Frederiksen ha dominato la gara, vincendo nettamente davanti alla belga Sofie Goos, compagna dell’Uplace BMC Pro Triathlon Team; terza, al termine di una strepitosa rimonta a piedi, la statunitense Ruth Brennan Morrey he ha sopravanzato la connazionale Haley Chura, uscita per prima dall’acqua.
La lotta per il titolo “Latino”, vede primeggiare la brasiliana Ariane Monticeli che chiude al settimo posto, con un vantaggio di 26″ sull’altra verdeoro Patricia Mendes, ottava.
Tra gli uomini, Tim Don ha compiuto il sorpasso ai danni dello statunitense Tim O’Donnell, scappato via in bici in solitaria, nell’ultima parte della mezza maratona, infliggendogli quasi 1 minuto di distacco.
A completare il podio il portacolori delle Isole Bermuda, Tyler Butterfield, che tiene fuori dal podio il primo brasiliano al traguardo, Igor Amorelli, che a sua volta ha la meglio sul connazionale Santiago Ascenco.
Costretto al ritiro l’unico azzurro al via della gara, il pro italo argentino Daniel Fontana, all’esordio stagionale, che l’anno scorso proprio, a fine marzo, vinse il suo primo storico Ironman, in Messico, a Los Cabos.
Dopo una frazione di nuoto all’altezza delle attese e 90 km bike tra i più veloci di sempre per il plurititolato campione italo argentino, nella frazione di corsa il tendine d’Achille, che lo ha fortemente condizionato nelle ultime due settimane di training, lo ha costretto ad abbandonare la gara.
I riscontri nelle due frazioni di gara coperti sono stati molto buoni e una mezza maratona corsa ai ritmi abituali, avrebbe potuto portare Daniel a ridosso del podio, confermando così un’ottima condizione di forma per questo inizio stagione.
Sceso dalla bici in sesta posizione però, l’atleta della DDS Triathlon Team ha provato a stringere i denti nella speranza che il dolore all’Achille gli desse tregua. Così non è stato e, dopo circa sette chilometri, ha preferito fermarsi.
«Con il mio allenatore Simone Diamantini, sapevamo che ci sarebbe stato questo rischio – ha tenuto a precisare Daniel a fine gara-, ma abbiamo voluto provarci comunque, per non lasciare nulla di intentato. Gli ultimi riscontri in allenamento parlavano di una condizione organica molto buona e così ho provato a lasciare in un angolo la corsa per due settimana, in caccia del miracolo. Come nella maggior parte dei casi, il miracolo non si è compiuto. Al rientro in Italia inizierò le terapie già programmate nel pre partenza con il Dottor Tavana, che mi seguirà nel percorso di guarigione da questo noioso infortunio. Con il suo aiuto spero di riuscire a recuperare in tempi brevi, per ripartire al più presto con gli appuntamenti agonistici già pianificati.»