Il triathlon olimpico di Madrid del 10 maggio 2015, valido come prova di Coppa Europa, ha messo in evidenza ancora una volta le capacità della campionessa azzurra Sara Dossena di essere performante sempre di più anche a livello internazionale.
La scalata verso verso il vertice mondiale della disciplina da parte di Sara Dossena continua e Madrid è stata un’altra tappa importante.
Non c’è da nasconderlo, di lavoro da fare ce n’è, ma è l’atteggiamento mentale e la determinazione della nostra portacolori, oltre al supporto importante che ha intorno a sé, a essere una garanzia importante per il futuro dell’azzurra.
«La “novità” che vogliamo ufficializzare è che Sara era qui per iniziare il suo percorso nel triathlon olimpico – ci racconta Maurizio Brassini, guida tecnica e anche compagno di Sara –. Farà il Campionato Europeo di triathlon medio nell’ambito del Challenge Rimini, ma da giungo si dedicherà soprattutto alla distanza olimpica. Parteciperemo agli eventi più rappresentativi in Italia e, concordando e con l’approvazione della Federazione Italiana Triathlon, anche gare all’estero. La via che stiamo percorrendo vogliamo porti Sara ad essere competitiva ad alto livello sulle canoniche distanze 1.5-40-10K. E’ importante fare esperienza in gara, ma sappiamo che la cosa più importante è lavorare in maniera precisa sul nuoto. Sicuramente quello di Madrid è un bel risultato, ma è fondamentale chiarire la situazione proprio per lavorare nella direzione giusta: la prima frazione di Sara non è ancora all’altezza di gare internazionali e non è sempre possibile una rimonta come è successo qui a Madrid. Sarebbe decisamente diverso avere un nuoto di circa un minuto migliore, stiamo cercando di costruire proprio quello.»
La gara di Madrid ha visto uscire Sara con un ritardo di 2′ dalle battistrada e 1’30” circa dal gruppo più nutrito in cui c’erano anche le atlete più forti, tra cui anche le tre italiane Margie Santimaria, Veronica Signorini e Alessia Orla.
Le altre due azzurre, Verena Steinhauser e Lisa Schanung, erano leggermente attardate, ma sono poi riuscite a rientrare sul gruppo di testa.
Nel corso del multilap (8 giri) della frazione bike, Sara nei primi 10K ha perso un altro minuto rispetto al gruppo di testa e a quel punto la scelta tecnica è stata quella di non chiedere più collaborazione alle 4 triatlete che erano con lei che la stavano di fatto rallentando, ma di andare via da sola.
Ha di fatto iniziato così la sua crono, riuscendo in salita a guadagnare terreno, ma pagando poi nella lunga discesa, facile e veloce, che favoriva di gran lunga le 20 fuggitive.
Il distacco di Sara dalla testa si è stabilizzato dopo 20K a 1’45”, sino ad arrivare poi a poco più di 2′ all’arrivo in T2.
Nei 9.6K di corsa, distribuiti su 4 giri, è cominciato il solito, per noi italiani, fantastico show di Sara: una rimonta inesorabile, una cavalcata che ha portato l’azzurra portacolori della 707 Triathlon arrivare a mettere nel mirino le prime due, la britannica Sophie Coldwell e la francese Jeanne Lehair.
La transalpina, avvisata dal suo tecnico, ha riaperto il gas ed è riuscita a conquistare la vittoria, mentre Sara riusciva a passare in tromba anche Coldwell e a mettersi al collo una scintillante medaglia d’argento.
«E’ stata una prima esperienza in un olimpico internazionale ed è sicuramente positivo il bilancio finale – continua Brassini -, siamo davvero contenti. Ci rimettiamo subito al lavoro, sottolineando il fatto che Sara continua a dimostrare di saper correre sempre forte, che sia atletica, oppure duathlon o triathlon. Questa è un’importante garanzia. Tra l’altro, nella multidisciplina ha affrontato la frazione di corsa sempre dopo una bici in cui non si è mai di certo potuta risparmiare, perché in prove a crono o perché costretta dalle dinamiche della gara ad andare via da sola.»
«Eterna seconda! Un’altra medaglia d’argento. Ma comunque sono molto contenta – conferma Sara –. Nuoto… Maluccio direi, anche se sto migliorando nettamente rispetto alla scorsa stagione, ma non basta. Bici bene, considerando che non ho mai ricevuto cambi e corsa anche bene, dato che sono riuscita a riconquistare le posizioni perse nel nuoto. Sono sincera, avrei proprio voluto far suonare l’inno italiano qui a Madrid. Ma per ora va bene così, sono certa che posso migliorare nella prima frazione e le cose poi andranno diversamente.»