Dopo anni di esperienza nel “triathlon corto”, Giuseppe Anatriello ha voluto affrontare, e ha terminato, sabato 24 settembre 2016, il suo primo Ironman a Maiorca. Che ci spiega perché sarà anche il suo ultimo…
Il mio primo e ULTIMO Ironman sta tutto in quell’urlo cacciato fuori di gola quando ero sotto la finish line. Un urlo di dolore, gioia e ringraziamento… Sì, per mio padre che da lassù mi ha dato la forza di prepararlo e finirlo.
Ultimo perché – e lasciatemi andare contro corrente – a mio avviso questo non è sport, non è triathlon, è un’esperienza. E’ da fare, è bellissima, ma per basta e avanza una volta sola. Perché io credo che il triathlon sia un’altra cosa.
Perché Ironman Mallorca? Perché non è banale, perché c’è tutto: salita dura, discesa molto tecnica, pianura… Se decidi di farne uno ed uno solo, allora Maiorca è quello giusto.
Pensando a quello che avrei potuto fare, avevo pronosticato un tempo intorno alle ore 10 ore e mezza, e invece è arrivato un bel “sub10”, 9 e 57′, che mi gonfia il petto di orgoglio.
Allora non fa nulla se alle 6:30 con la ZC che chiudeva alle 07:00 ero sul gabinetto già da due ore; se ho preso 4 ore e mezza di pioggia battente (come molti); se in bici appena è iniziato a piovere (per me al 150° chilometro) si è spenta la luce; se nella maratona ho corso (come gli altri) in fiumi d’acqua e le scarpe pesavano 3 kg; se mi sono fermato 6 volte per fare pipì (ah ah ah); se mi hanno fermato 2 minuti in zona cambio, comunicandomi di fermarmi al penalty box dove, quando mi sono fermato, non avevano idea del perché dovessi stare lì…
Una bella scenetta: lì al penalty mi ci hanno tenuto 3 minuti, con uno dei giudici che ha telefonato a chissà chi per chiedere perché il pettorale 1406 si fosse fermato…!
Se non fossero successe tutte queste cose avrei potuto… Ah ah ah, con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte.
Noveoreecinquasetteminuti vanno benissimo! E va benissimo anche come è andato il recupero, tant’è che domenica mi vado a fare i Campionati Italiani di triathlon sprint a Riccione.
L’Ironman? Mi ha fatto sentire come un bimbo al luna park, mi ha entusiasmato e divertito il contorno, l’indotto, l’organizzazione e la disorganizzazione, la gente, l’entusiasmo. Tutto il resto – come detto – un po’ meno.
Grazie alla mia famiglia (la mia stupenda moglie, le mie splendide figlie, mia madre, mia sorella e mia nipote) per il supporto; a Peppe Palermo per i consigli da lontano; alla mia squadra – l’OlimpiaColle Fun S.- per il sostegno; a Stefano, Andrea ed Elisa per l’incoraggiamento sul posto sotto una pioggia incessante.
Ad Andrea Causarano, Giuliano Gepponi e Paolo Valacchi per avermi curato le ferite durante la preparazione.
E al mio Papà!
Giuseppe Anatriello