La brasiliana Fernanda Keller ha corso l’Ironman Hawaii World Championship 25 volte consecutive, salendo sul terzo gradino del podio PRO per ben 6 volte (1994, 1995, 1997, 1998, 1999 e 2000) e per ben 14 volte ha conquistato la top 10.
Dica 25, quindi. Anzi, 26 visto che nel 2020 (o 2021 nel caso in cui la gara di Kona fosse posticipata per l’emergenza da Covid-19) Fernanda disputerà il suo 26° Mondiale di Ironman – ripetiamolo – consecutivo! Con il primo corso nel 1997, quando si mise al collo la medaglia di bronzo.
Classe 1963, Fernanda negli anni da PRO se l’è vista con campionesse che sulla Big Island hanno dettato legge per molti anni. Due su tutte: la zimbabwese Paula Newby-Fraser, 8 volte regina di Kona (nessuna per il momento è riuscito a fare meglio di lei), e la svizzera Natascha Badmann – 6 volte sul gradino più alto del podio.
La triatleta brasiliana, comunque, ha saputo stare sempre lì, tra le migliori, e ancora oggi continua a farsi stregare dall’atmosfera hawaiana…
Un’atmosfera unica, che lei racconta sul suo canale You Tube: Fernanda Keller TV.
FERNANDA E SISTER MADONNA
Ha corso con le migliori dell’intera storia del triathlon, appunto. Le ha avute a un passo, le ha osservate. Eppure nessuna di loro è mai stata per Fernanda fonte di ispirazione.
Il suo “mito” è Sister Madonna, la suora che dopo aver partecipato alla messa va ad allenarsi. La donna più anziana che abbia mai finito un Ironman (aveva 82 anni quando ha tagliato il traguardo dell’Ironman Canada nel 2012) e continua a stabilire nuovi record. Le immagini di lei in gara in diverse edizioni dell’Ironman World Championship, mandate in onda dalla NBC, sono state d’ispirazione per moltissimi Age Group di tutte le età e di tutte le nazioni. A 89 anni, la più longeva concorrente in gara, ha chiuso in terza posizione i Campionati nazionali USA di triathlon nella categoria 85+.
“Un anno, alle Hawaii, dopo aver terminato la mia gara sono andata in hotel a riposare, ma più tardi sono tornata sotto il traguardo per vedere Sister Madonna finiser. E’ capitato che fossi io a metterle al collo la medaglia. E’ sempre stata un’emozione” racconta Keller.
