Lo spagnolo Javier Gomez ha già staccato il biglietto per il prossimo Ironman Hawaii World Championship, ma non lo ha mai nascosto: il suo più grande obiettivo sono i prossimi Giochi olimpici.
Il COVID-19 ha rivoluzionato (anche a lui) tutti i piani. Come ha vissuto il lockdown? E soprattutto quale “gate” prenderà alla fine?
Nove, come il numero sulla maglia degli attaccanti puri. 9, guarda caso, come i titoli mondiali (!) vinti da Javier Gomez. Un attaccante vero. Un “cavallo di razza”. Un fuoriclasse che continua ad avere fame. Non bastano le nove maglie iridate, le molteplici vittorie ITU (e non solo), gli anni (22) trascorsi a nuotare-pedalare-correre in ogni angolo di mondo a fargli dire: “Mi fermo”.
Tutt’altro. Cinque volte campione del mondo ITU di triathlon, due di Ironman 70.3 e una di XTERRA. E poi lo scorso anno, quando nella sua Pontevedra ha centrato la “nona volta” nel triathlon lungo. All’appello mancano però due ori, che pesano, e tanto: all’Ironman World Championship e alle Olimpiadi. Ai Giochi, in realtà, una medaglia l’ha portata a casa (argento a Londra 2012), ma il quarto posto a Pechino 2008 e l’assenza dovuta a una frattura al gomito a Rio 2016 sono ancora ferite che bruciano.
Brucia anche il suo rapporto con Kona, tra amore e odio infiniti. Nel 2018, ha chiuso il suo primo “Ironman Hawaii” in undicesima posizione con un tempo totale di 08:11:41, a ben 19 minuti dal recordman di quell’edizione, il tedesco Patrick Lange.
«Nel ciclismo sono andato più forte di quanto avrei dovuto – ha dichiarato qualche giorno dopo dall’esordio il campionissimo spagnolo -. Ora riconosco il mio errore, ma in quel momento il mio unico pensiero è stato quello di pedalare per stare nel gruppo di Lange e avere così qualche chance per il podio. Durante la frazione di corsa, sono stato in grado di mantenere il ritmo del tedesco per circa 15K, poi mi sono letteralmente spento e da lì è cominciata una vera e propria lotta con me stesso per finire in una posizione il più meritevole possibile. Ora sarebbe facile concludere che spendendo meno sui pedali, avrei potuto essere molto più veloce a piedi e quindi tagliare il traguardo in un tempo migliore.»
Nel 2019 Gomez ha deciso di tornare a gareggiare nel circuito ITU, con obiettivo ovviamente Tokyo 2020.
E ora, con il calendario gare mozzato e stravolto dalla pandemia del COVID-19, Javier cerca di mettere ordine, di darsi delle priorità.
KONA O TOKYO 2020?
Gomez il suo biglietto per il prossimo Ironman Hawaii l’ha già staccato vincendo l’Ironman Malesia: «Se mi avessero detto: Kona si farà il 10 ottobre prossimo, gli eventi ITU quest’anno non si disputeranno, avrei potuto presentarmi a Big Island. Ma visto che così non è e Kona si disputerà il 6 febbraio 2021, ho deciso che mi concentrerò sui Giochi Olimpici, li sto preparando da tanto. Certo, il tempo non è a mio favore, avrei preferito ovviamente gareggiare in Giappone a 37 e non a 38 anni come, si spera, succederà. Un anno comunque non è molto, me la giocherò fino all’ultimo».
IL SUO LOCKDOWN
«I primi giorni sono stati i più difficili – racconta Gomez -, ho tentato di fare un plan. Ho un tapis roulant che raggiunge i 30 km / h e un rullo, quindi ho continuato ad allenarmi nella corsa e nella bici, anche se ovviamente non è la stessa cosa. Per quasi tre settimane non ho nuotato, poi ho ricevuto una di quelle piscine per bambini di tre metri di diametro e uno di profondità, ho legato al bordo degli elastici e mi sono… buttato. Certo non ti dà le stesse sensazioni, ma almeno ti dà la possibilità di fare il gesto tecnico della bracciata, tocchi l’acqua e svolgi un lavoro di forza».
Sui rulli ha anche partecipato alla “Pedala contro il virus”, una gara virtuale sui pedali che si è disputata il 18 aprile scorso e ha raccolto fondi per Medici Senza Frontiere nella lotta contro il COVID-19.
CAMPIONE DEI CAMPIONI
Javier Gomez è riuscito a vincere l’ennesimo titolo anche nel periodo di lockdown: “Champion of Champions”, un sondaggio che ITU ha lanciato nel marzo scorso sul suo account Instagram. In semifinale sono andati il tre volte campione del mondo Mario Mola contro l’iridato in carica Vincent Luis e Gomez contro il re di Kona Jan Frodeno. In finale ha battuto il francese con un “distacco” di 100 voti.