La Professional Triathletes Organization è stata lanciata quasi tre anni fa per unire e dare un futuro migliore ai più forti triatleti del mondo.
La vision della PTO è stata sin dall’inizio molto chiara: creare uno spettacolo più emozionante e un legame più intenso tra atleti e fan per far crescere il pubblico e coinvolgerlo sempre di più.
Tutto questo per permettere un aumento delle possibilità di guadagno per i migliori triatleti del mondo e dare loro la possibilità di vivere in maniera sostenibile.
Un’idea di certo non nuova, ma che in passato si è sempre rivelata impraticabile perché riunire un gruppo di atleti altamente competitivi in un’unica organizzazione non è certo cosa semplice.
Ce lo spiega in dettaglio uno dei miti del triathlon mondiale, lo statunitense Dave “The Man” Scott (6 volte campione del mondo Ironman), che ci dà la sua opinione in merito a questo momento così delicato.
«Quarant’anni fa, la nostra generazione di professionisti ha fallito nel tentativo di unirsi per progredire, non siamo stati capaci di stare insieme. “Nell’unità c’è forza”, questa è una verità universale riconosciuta sin dai tempi dell’antica Grecia. E come molte verità umane universali, è più facile da affermare che da realizzare…»
«Ammetto che questo nostro fallimento è stato per me una delle più grandi delusioni durante la mia carriera da triatleta professionista. Quando, con qualche ruga e qualche capello grigio in più, è apparsa la PTO sulla scena del triathlon mondiale, ho subito avuto fiducia in questo progetto.»
«Innanzitutto perché l’atmosfera mi è sembrata diversa: c’era la volontà di stare insieme certamente per “ottenere di più”, ma soprattutto per celebrare lo sport. E questo nuovo mantra ha attratto l’imprenditore Mike Moritz che ha creduto e investito nella PTO. Ed è venuta fuori la Collins Cup, programmata inizialmente in Slovacchia a fine maggio: USA contro Europa contro Resto del Mondo.»
«Sappiamo poi com’è andata, il COVID-19 non ha cambiato le regole del gioco, lo ha proprio fermato del tutto. Per adesso.»
«Non c’è dubbio che questo sia un momento difficile e inquietante. Le priorità del mondo sono giustamente quelle di salvare vite umane e prevenire il tracollo economico. Per quanto lo sport possa sembrare in questo momento irrilevante davanti a queste impellenti priorità, io credo che la capacità di questo strumento di essere portatore di liberazione e ispirazione nei mesi e negli anni a venire sarà fondamentale.»
«L’epidemia di coronavirus ha fatto capire in maniera chiara perché la PTO è stata concepita e perché è stata realizzata nella sua forma attuale.»
«Gli introiti del triatleta professionista sono stati decimati da un giorno all’altro. Con l’annullamento delle gare infatti la capacità di guadagno viene drasticamente bloccata: non ci sono i soldi dei montepremi, non arrivano i bonus dai partner e sono improbabili anche nuovi accordi di sponsorizzazione.»
«I professionisti sono passati dunque da lavoratori autonomi a disoccupati senza preavviso e senza sussidi. A questa situazione la PTO ha risposto rapidamente e con decisione, distribuendo $ 2.500.000 ai primi 100 triatleti donne e uomini delle classifiche di fine anno.»
«Ora è tempo di pensare alla prossima mossa, l’emergenza Covid-19 ha causato danni indicibili a molte comunità e portato alcuni sport meno affermati sull’orlo dell’estinzione. Per il triathlon, il 2020 è stato una stagione di annullamenti e il 2021 sembra altrettanto incerto per uno sport basato sulla partecipazione di massa. Può il triathlon professionistico, già in declino e con montepremi in calo negli ultimi anni, sopravvivere in questa nuova realtà?»
«”Dum Spiro, Spero”, finché respiro c’è speranza. Vista la situazione in cui siamo, con questo virus che attacca le vie respiratorie, questa espressione latina di Cicerone è quanto mai calzante e diventa molto più che uno slogan.»
«La PTO vuole portare a il triathlon a un livello successivo e ha nominato Chris Kermode, ex Presidente dell’Associazione dei professionisti del Tennis, come Vice Presidente. Kermode, subito dopo la sua nomina, ha dichiarato che “la più grande risorsa di un’organizzazione di professionisti è l’unità e il più grande nemico è la divisione”. Parole sagge che arrivano da un dirigente sportivo esperto.»
«Per me è una gioia vedere uniti i più grandi professionisti del Mondo Triathlon nella PTO e mi auguro che, ora più che mai in questi tempi difficili, rimangano uniti. La sopravvivenza del triathlon professionistico può davvero dipendere da questo.»