Daniel Fontana inizia in questo 2021 una nuova avventura, smette i colori del team DDS e veste i quelli dello Swatt Club.
Un passaggio importante per il campione italo argentino, che rappresenta il suo bisogno di tornare a stare accanto alla base del movimento e che lui stesso paragona al rientro al Boca Junior, dopo tanti anni in team da Champions League.
Un passaggio che è per Fontana la voglia di un ritorno all’approccio degli inizi, fatto di pochi privilegi esclusivi e tanta verace passione.
«Dopo il privilegio borghese di tantissime stagioni nel comfort dei team da Champions, sento che è tempo di rientrare al Boca. Di tornare alle sensazioni delle origini. A quando si soffre, ma si sogna. No, non rientro in Argentina. Torno tra i lupi e ricomincio a cacciare in gruppo. Ho trovato il branco.»
È Daniel stesso a raccontarci i perché di questa scelta che lo vede lasciare le fila agonistiche della DDS, il team con cui ha vinto tutto, per vestire in gara un nuovo body.
Daniel resta comunque sempre parte del progetto 7MP e continuerà ad allenarsi nella struttura di Settimo Milanese, che è per lui una casa da sempre.
«Credo che arrivi nella carriera di molti atleti un momento in cui ci si accorge di aver lasciato per strada lo spirito degli inizi. Ci si rende conto di essersi assuefatti alle comodità e ai privilegi della carriera professionistica e di aver messo tra sé e la base del movimento un diaframma di troppo. La distanza tra lo sport professionistico e quello amatoriale è inevitabile quando si è esclusivamente focalizzati sulla propria prestazione e sulla ricerca ossessiva dell’eccellenza. Un professionista non può prescindere da una certa dose di egoismo e individualità.»
«Stare in cima alle classifiche si traduce, nella vita di tutti i giorni, nello sforzo di mettersi avanti al gruppo, a guidare certo, ma inevitabilmente con pochi “compagni” a fianco.»
«Ho vinto tutto quello che avevo da vincere. Sicuramente molto più di quanto non pensassi di poter fare agli inizi e probabilmente, in qualche occasione, più di quanto realmente non fosse nelle mie corde. Ma si sa, la fortuna supporta gli audaci e non ho mai avuto paura di provarci. Mi sono tolto tutte le soddisfazioni cui ambivo e ho avuto le migliori opportunità e le migliori condizioni di cui un atleta può aver bisogno.»
«Per questo non posso che essere grato alla sorte, ai team nei quali ho militato e ai loro staff, alle aziende chi mi hanno supportato negli anni e a me stesso per la costanza e i sacrifici.»
«Ma sento il bisogno di riavvicinarmi alla base. Di smettere gli atteggiamenti esclusivi dell’atleta elite lontano dal movimento e di tornare “nel branco”. Di tornare a sentire l’entusiasmo di chi inizia, le paure di chi sogna di riuscire; apprezzo l’ossessione di chi trova nella vita di tutti i giorni la forza di aggiungere fatica e sudore a giornate piene di lavoro, famiglia e di tutto quello che la vita ci chiede di conciliare ogni giorno.»
«Il perché di questo team? perché è un gruppo che ama l’agonismo e non si sottrae mai al confronto, come è giusto che sia nel DNA di chi gareggia. Io resterò sempre per indole un animale da gara. Perché è un gruppo di ragazzi giovani, spontanei, sbruffoni a volte ma in quel modo che solo ai ragazzi è permesso. L’entusiasmo dei giovani è il motore di ogni cosa. Ho scelto lo Swatt Club perché mi piace lo stile e la loro ironia e perché hanno voglia di ascoltarmi e imparare dall’esperienza.»
«So di poter dare loro qualcosa, di poter rappresentare una guida; dopo una carriera intera passata a ricevere dagli altri è il mio momento di mettermi al servizio.»
Svesto così la maglia di una squadra di professionisti del livello e del prestigio di DDS, per indossare questa nuova divisa e mettermi in gioco in gara con nuovi colori. Ritorno alla base, tra la gente, tra i ragazzi.»
«Se a 45 anni appena compiuti non posso pensare di inseguire una qualifica olimpica, sicuramente posso gareggiare ad alti livelli e impegnarmi a indicare ad altri la strada del coraggio, della disciplina e della fame.»
– Daniel Fontana