Il triatleta Kevin McDowell alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha conquistato il 6° posto nella prova individuale (miglior risultato maschile USA da quando il triathlon è sbarcato ai Giochi, Sydney 2000) e l’argento nella storica prima edizione della Mixed Relay ai Giochi.
Certamente due risultati importanti per il ventottenne statunitense, risultati che per lui hanno un significato davvero speciale visto la sua storia: hanno il sapore dell’oro!
Tutto è iniziato diversi anni fa, quando Kevin ha iniziato il suo durissimo percorso, la sua lotta contro il cancro: “Dieci anni fa stavo davvero male e non sapevo cosa sarebbe successo… A Tokyo ho vissuto un sogno!”.
Foto: World Triathlon
A 18 anni, Kevin è tornato a casa dalla sua prima gara PRO con il collo e la clavicola gonfi… Gli esami hanno accertato che si trattava del linfoma di Hodgkin, un cancro che minaccia le cellule difensive del sistema immunitario.
“Ho avuto immediatamente la nausea… Volevo essere un campione del mondo e da quel momento la mia unica battaglia era quella per sconfiggere il cancro. Tutto il mio mondo era sottosopra.”
Dopo aver rappresentato gli Stati Uniti ai Giochi Olimpici della Gioventù del 2010 a Singapore (argento nell’evento individuale e bronzo nella staffetta mista), McDowell ha dovuto ritirarsi dalle competizioni professionistiche.
“Finita la chemio volevo allenarmi con la mia squadra, stavo bene, il cancro era sconfitto, non c’erano scuse. Ma le forze non tornavano e ho fatto anni di tentativi per riuscire a trovare il giusto equilibrio tra alimentazione, riposo ed allenamento. Ho dovuto affrontare tante situazioni complicate per riuscire a tornare a gareggiare ad alto livello.”
A Rio 2016 è stato portato come riserva, a Tokyo invece ha fatto il suo debutto olimpico: “Il mio migliore risultato in un Mondiale era un 11° posto, riuscire a conquistare il diploma olimpico (8° posto) in Giappone sarebbe stato un sogno!”.
“Sono uscito dall’acqua al 47° posto e ho pensato che la mia gara fosse già finita. Ma in bici mi sono sentito davvero forte e ho dato tutto. Non avrei mai pensato di andare a Tokyo per giocarmi una medaglia, il sesto posto individuale e l’argento a squadre per me sono medaglie d’oro!“.
“I miei famigliari sono stati fondamentali, sempre presenti: prima del via mi hanno detto di perseguire il mio sogno… E così ho fatto!“.